10 Agosto 1974: una fredda estate londinese e il mito di Wembley

10 Agosto

10 Agosto: il tuo compleanno. Si decide di festeggiare alla sera andando al Greyhound, locale con musica live in Fulham Palace Road. Ma c'è da passare la giornata: British Museum, Portobello? No. Wembley: c'è la partita di Charity Shield tra Leeds United e Liverpool. Io ho vissuto con due miti: Wembley e Santiago Bernabeu. Il primo grazie a mio padre che, collaboratore del Milan, fu invitato per la finale di Coppa dei Campioni 1963. Il secondo per esserci andato per la finale del 1969. Wembley mi mancava, sentivo l'esigenza di vederlo, quasi di toccarlo, di sentire i rumori, di vedere i colori, di aspirare l'aria.

Si parte

E allora si parte: da Belvedere a Wembley in auto attraversando la città e caso strano senza perdere la strada. Si parcheggia nei pressi, si compra un cartoccio di fish & chips ed ecco l'Olympic Way. Credo di essere stato lo zimbello di alcuni tifosi: resto lì impalato a bocca aperta nel vederlo imponente, con le due torri a lato dell'ingresso principale. Gli amici mi prendono per un braccio, scherzano e ci avviamo per entrare in curva: zona sud in mezzo ai tifosi del Liverpool. E la "cosa" ti avvolge, ti inebria, canti anche tu nel tuo inglese quasi maccheronico che fa sorridere i vicini, ti fai coinvolgere quando segna Cherry per il Liverpool e ancora di più quando pareggia Boersma. Ti fai prendere la mano quando Bremner e Keegan pensano che sia meglio prendersi a cazzotti e farsi espellere (con tutte le polemiche del post partita). E ti esalti  con i tuoi compagni quando Harvey sbaglia il rigore decisivo dando la vittoria al Liverpool. Si esce dallo stadio: il più bel regalo per il compleanno. Arriviamo all'auto. Riponiamo le sciarpe rosso che ci hanno regalato dei tifosi. Vicino c'è un pulmino di un autonoleggio di Leeds: gli occupanti stanno bevendo una birra, ci chiedono di dove siamo e noi tranquilli, di Milano e siamo tifosi del Milan. Ci guardano male, l'anno prima il Milan aveva vinto la Coppa delle Coppe a Salonicco contro il Leeds. 

Non mi importa degli sguardi e del fuck detto cinque sei volte: sono stato a Wembley, sono entrato nella cattedrale!

di Edoardo Ranzoni