Quando Samir Nasri ci faceva sognare a occhi aperti
Pochi giorni fa si è giocato a Marsiglia ilMatch des Heros, sfida tra alcune vecchie glorie dell'OM e una rappresentativa dell’Unicef. Tra i tanti volti noti presenti allo Stade Vélodrome, anche diversi ex giocatori che hanno fatto le fortune dei club londinesi. Leggende come Didier Drogba e Robert Pires ma anche un campione del calibro di Marcel Desailly, il tutto sotto l'osservazione di Arsene Wenger dalla panchina. Chi però è finito più di tutti sotto la lente d'ingrandimento è un altro ex giocatore che a Londra è stato di casa, magari meno vincente dei nomi citati ma anch'egli capace in passato di far sognare i propri tifosi. Si tratta ovviamente diSamir Nasri, finito sui siti web di tutte le testate sportive per aver sfoggiato nell'occasione una silhouette non esattamente da sportivo ritiratosi giusto un paio di mesi fa.
Già ampiamente conosciuto per la poca continuità di prestazioni e la tendenza a perdere facilmente la forma migliore - celebre il "I would like to give him a punch" pronunciato da Roberto Mancini ai tempi del Manchester City dopo una bella prestazione contro il Newcastle seguita però a diversi flop - Nasri sarà ora più che mai ricordato come uno dei tanti talenti buttatisi via troppo in fretta, incapace di conciliare il suo estro tecnico con le esigenze fisiche richieste dal calcio contemporaneo.
Un esordio da sogno e l'estasi contro lo United
Eppure c'è stato un periodo in cui i seguaci dell'Arsenal stravedevano per il fantasista nativo proprio diMarsiglia. Molti avranno ancora impresse negli occhi alcune delle sue gesta con la maglia dei Gunners, dalle serpentine mirabolanti contro tutta la difesa avversaria fino ai gol di precisione da fuori area. Tanti sono infatti stati i lampi di classe di un genietto del pallone che nell'immaginario delle giovani generazioni di tifosivale quasi quanto uno Ian Wright per un Gunner nato negli anni 70.
La parabola di Samir Nasri con l'Arsenal inizia subito alla grandissima con il gol all'esordio in campionato nel match del 16 agosto 2008 contro il West Bromwich Albion all'Emirates Stadium: scambio a centrocampo con Nicklas Bendtner, tocco di Clichy per Denilson che serve l'assist al nuovo numero 8 di Wenger. Giusto una decina di giorni dopo, il primo gol in Champions League nei preliminari con il Twente.
Il vero highlight della prima stagione londinese del francesino è però senza dubbio ladoppietta al Manchester Unitednella gara casalinga di Premier League vinta 2-1 a inizio novembre. Prima una conclusione mancina di controbalzo deviata in porta da Gary Neville; poi un destro perfetto a incrociare per battere Edwin van der Sar al termine di un'azione interminabile fatta di mille passaggi. Un vero e proprio manifesto del calcio wengeriano che a riguardarlo mette ancora i brividi e fa salire la nostalgia.
Il sussulto europeo
In una stagione 2009-2010 segnata da un infortunio che a fine estate lo tiene lontano dai campi praticamente fino a Natale, Nasri trova comunque il modo di lasciare un sigillo memorabile nella gara di ritorno degli ottavi di Champions League. Dopo aver perso 2-1 al do Dragão,l'Arsenal schianta il Porto 5-0in casa in una gara ricordata per la prima tripletta di Bendtner ma ancor di più per il magnifico gol del 3-0 messo a segno proprio dal francese che si beve mezza difesa da solo e infila sul palo lontano da posizione defilata.
In vetta per una notte
Le conferme definitive sulla qualità del giocatore arrivano con l'annata seguente. Oltre ai due gol messi a segno nei derby contro gli Spurs - incredibile quello praticamente dalla linea di fondo nel match di Premier pur perso 3-2 in casa - molti avranno ancora impressa nella mente ladoppietta al Fulhamdel 4 dicembre 2010 (il sottoscritto probabilmente più di tutti perché quel giorno era anche il mio compleanno). Gol del vantaggio mettendo a sedere uno dopo l'altro Bred Hangeland e Aaron Hughes con due finte destro-sinistro da impazzire; e poi la rete della vittoria per 2-1 ancora una volta bevendosi mezza difesa e portiere, concludendo poi in precario equilibrio dopo una piroetta. Un'azione indimenticabile che in quel momento valse addirittura la momentanea vetta della classifica in una delle tante stagioni piene di speranze poi sempre risultate vane.
Uno degli ultimi acuti in maglia biancorossa di un giocatore amato-odiato dal pubblico del North London per il suo passaggio al Manchester City proprio al termine di quella stagione 2010-2011. Un ragazzo che oggi si è probabilmente un po' lasciato andare ma che per tre anni ha saputo deliziare un pubblico esigente come quello dell'Emirates Stadium.
di Carlo Federico Ferrero