Vivere un pre-partita a Londra
La vostra prima volta
Quando e come è stata la vostra prima volta in uno stadio inglese? Come si suol dire la prima volta non si scorda mai. In un certo senso l’attesa è essa stessa il piacere e come nel “Sabato del Villaggio” di Giacomo Leopardi, l’aspettativa di quello che arriverà fa già battere il cuore. Sì, ammettiamolo, non vediamo l’ora di entrare allo stadio, ma allo stesso tempo speriamo che le lancette dell’orologio rallentino, non possiamo pretendere si fermi il tempo ma che non corra questo sì.
La metro
A Londra allo stadio si va in metro. Scendiamo alla stazione più vicina con largo anticipo, il classico giro di perlustrazione in realtà è solo una buona scusa per iniziare ad assaporare l’atmosfera british prima di una partita. E già che ci siamo vale anche la pena assaporare una birra chiara in uno dei tanti pub che tra qualche ora saranno pieni zeppi di tifosi. Ci alziamo dal nostro sgabello traballante che cigola e ci accomodiamo su un tavolino con la nostra birra. Ecco che pian piano il locale inizia a riempirsi. La moquette verdastra sotto i nostri piedi è leggermente appiccicosa. Dal fondo del pub qualcuno ride a squarcia gola, qualcun’altro inizia a intonare il coro per la squadra. Un signore sulla settantina ordina il classico Fish & Chips, che qua si mangia rigorosamente con l’aceto. Ci siamo! Il vociare diviene più intenso e il mormorio diventa chiasso.
Bicchieri colmi fino all'orlo
Non c’è più posto per sedersi, tutti vanno avanti e indietro con bicchieri colmi fino all’orlo (ecco perchè la moquette appiccica). Noi decidiamo che è il momento di prendere una boccata d’aria. La porta del pub è pesantissima, sembra fatta di pietra, un omone la apre da fuori e quasi ci invita a rimanere per scolarci altre due o tre birre, la festa è appena cominciata. Desistiamo e usciamo. Ovviamente inizia a piovere e come da copione non abbiamo l’ombrello. Non era prevista pioggia, ma questo non è un gran problema, anzi a pensarci bene la pioggerellina fitta che fa molto Londra ha il suo fascino. La strada inizia a colorarsi di sciarpe e drappi alle finestre, i classici bus a due piani vanno avanti a passo d’uomo, un po’ di sana confusione non fa mai male.
Un altro mondo
Basta però imboccare una via laterale e si entra in un altro mondo, tranquillo e pacifico. Qua si vive come se niente fosse, la vecchina apre la porta di casa per sbattere un tappeto, di fronte la signora taglia le foglie secche del suo geranio. Ci verrebbe quasi da chiedere se da queste parti sia sempre così, se a loro interessi davvero della partita. Insomma, questa vita parallela è una cosa fantastica. Camminando si iniziano a intravedere i riflettori dello stadio, iniziano a fare capolino tra la miriade di comignoli che affollano i tetti delle case vittoriane. Che bellezza. Eccoci tornati sulla strada principale, che pian piano si fa sempre più stretta, ci si allontana dal caos e si passa letteralmente in mezzo alle case. Le porte sono tutte diverse, colorate, non ci sono citofoni, alcuni hanno la doppia porta. File e file di abitazioni vicinissime tra loro, che rendono forte e chiaro il concetto di comunità; speriamo che almeno tra vicini di casa si vada d’accordo. Ci uniamo a un gruppetto di persone che camminano a passo deciso, notiamo con piacere che ci sono tante famiglie, bambini e tifosi della vecchia guardia, sciarpa al collo e completo elegante. Meraviglioso! Dalle case arriva un profumo celestiale, effettivamente è ora di pranzo e una bella cottage pie ce la mangeremmo più che volentieri. Fame di calcio, fame di english football ed ecco che facciamo tappa all'immancabile baracchino dei match-programme, prezzo fisso a 3.50£ cadauno: nel nostro pre-partita non può mancare e soprattutto varrà come ricordo di questa memorabile giornata.
Tetto a graticcio
Alziamo lo sguardo, ed eccolo! Il tetto a graticcio dello stadio si confonde con quelli delle case, ha anche smesso di piovere e i timidi raggi del sole illuminano la scena. Si aprono i cancelletti dei giardini, c'è chi va allo stadio a piedi, da queste parti per entrare allo stadio basta aprire la porta di casa o attraversare la strada. A Londra è così. La polizia a cavallo controlla gli ingressi, il fumo degli hot-dog si disperde nell'aria, è proprio tutto come l'avevamo immaginato.
Il biglietto
Controlliamo più e più volte il nostro biglietto ma gli steward, gentili e precisi, ci danno una mano ad orientarci, quindi rifacciamo il giro completo dello stadio per non farci mancare nulla. Pezzo per pezzo ce lo godiamo tutto, senza lasciarci sfuggire nulla. L'ingresso della tribuna dietro la porta è incastonato tra le case, roba da matti!
In punta di piedi
Quasi in punta di piedi, per non disturbare chi abita vicino, superiamo il tornello e siamo dentro. Un po' spaesati e molto emozionati ci guardiamo intorno, le tribune sono a ridosso della linea del fallo laterale, siamo praticamente in campo, meglio anche del divano di casa. L'erba del rettangolo verde è tagliata alla perfezione, complimenti al giardiniere. Lo stadio è ancora abbastanza vuoto ma in Inghilterra tutti entrano gli ultimi cinque minuti, giusto il tempo di una birra e una chiacchiera. Lo stadio trasuda storia, sembra quasi una grande casa, uno di quei teatri di un tempo. Tra circa un quarto d'ora inizia la partita e allora ci godiamo questi ultimi quindici minuti che ci separano dal calcio d'inizio, lo facciamo intensamente, respirando a pieni polmoni l'aria gelida della Londra di un tempo, quella autentica , d'Oltremanica.
Riflettori e comignoli
Noi inguaribili romantici, innamorati degli stadi con i tetti a graticcio e i riflettori che si confondono con i comignoli e i tetti delle case, non ci stancheremo mai di ripercorrere più e più volte lo stesso tragitto. Perchè ogni volta è sempre come fosse la prima.
di Antonio Marchese