E se l'Arsenal avesse risolto il suo più annoso problema?
Udite udite, il punto forte dell’Arsenal attuale parrebbe essere… ladifesa.
Sembra incredibile dirlo ma dopo che negli ultimi quasi quindici anni il reparto arretrato ha rappresentato il maggiorproblemaper la squadra del North London, Arteta e il suo staff potrebbero averlo in buona parte finalmente risolto.
Problema risolto?
Quanto si è parlato e, a ragione, anche sparlato del pacchetto difensivo dell’Arsenalprima di Wenger, poi di Emery e, ahi lui, per almeno una stagione e mezza anche dell’attuale tecnico Mikel Arteta? Sia come organizzazione tattica sia soprattutto per l’inconsistenza di certi nomi, l’assetto difensivo dei biancorossi è stato sotto accusa per un numero ormai indefinito di stagioni.
Come scacciare dunque dalla mente dei tifosi glispettriportati dalle gesta in campo dei vari Djourou, Squillaci, Mustafi, senza dimenticare i presenti Marì, Cedric e compagnia cantante? Semplice, avendo il coraggio investire davvero su un paio di nomi precisi e dando continuità agli stessi titolari per il maggior numero possibile di partite consecutive.
Gli artefici del momentum
È così che è andata progressivamente nascendo l’attuale difesa dell’Arsenal che, dopo il disastroso avvio delle prime tre giornate (9 gol subiti tra Brentford, Chelsea e Manchester City a fronte di neanche una rete segnata) - durante le quali, va detto, il mercato doveva ancora essere completato – ha inanellato soltantorisultati positiviportandosi a casa ben 4 clean sheets in 8 partite e subendo soltanto 4 reti. Una straordinaria media di solo mezzo gol incassato per gara. Un dato superiore a quelli che di solito fanno registrare le squadre che poi si contendono il titolo a fine stagione.
A fine stagione, appunto. Perché a sole undici giornate dall’inizio del campionato è chiaramentetroppo prestoper parlare di successo per Arteta e il suo staff. Al manager di origini basche va comunque riconosciuto di aver capito quanto la reciproca conoscenza tra i giocatori di uno stesso reparto (ancor di più se quello difensivo) sia fondamentale per cementarne la solidità.Tomiyasua destra come terzino più bloccato,Ben White(il difensore più costoso della storia del club),Gabriel(che sembra finalmente riuscire a giocare con continuità) eKieran Tiernyo all’occorrenza l’estro diNuno Tavaresa sinistra costituiscono ad oggi un reparto affidabile. Senza ovviamente tralasciare l’importanza di un portiere emergente (ma anche lui il più pagato di sempre nel ruolo) e già di carattere comeAaron Ramsdale.
Un po' di numeri
Se si eccettuano i 2 gol subiti in casa contro il Crystal Palce, unica piccola macchia degli ultimi due mesi – ma neanche poi troppo visto lo scherzetto fatto dalle Eagles anche a una squadra come il Manchester City – e le reti subite da Spurs e Aston Villa, quando in entrambi i casi l’Arsenal era però già in vantaggio 3-0, i Gunners sembrerebbero ormai aver registrato alla grande lafase difensiva.
Lo confermano in parte anche gli ottimi risultati diLeague Cup: 12 gol segnati e in questo caso addirittura 0 subiti nelle partite contro West Brom , Wimbledon e soprattutto Leeds. Gare alle quali han preso parte chiaramente anche gli altri difensori più di rotazione come Rob Holding, Callum Chambers e il già citato Cedric Soares. Nomi che sicuramente non si portano dietro un’ottima fama ma che bene hanno figurato nelle ultime uscite.
Gli scongiuri del caso
Capacità di Arteta o semplice casualità? I numeri sembrerebbero dalla parte del tecnico spagnolo che senza dubbio sta anche traendo giovamento dal fatto di non avereimpegni infrasettimanaliin giro per l’Europa.
A tal proposito viene spontaneo incrociare le dita affinché i quattro/cinque attuali titolarissimi possano continuare a scendere in campo senza fastidi che ne spezzino la continuità di prestazioni.
Forse se ne è già parlato troppo bene, i tifosi Gunners staranno sicuramente già facendo tutti gli scongiuri del caso. E ne hanno ben donde, specialmente pensando che siamo appena entrati in quel periodo quasi sempre funesto conosciuto come “international break”.
diCarlo Federico Ferrero