Jürgen Klinsmann e gli Spurs, icona di quel Tottenham romantico
A metà degli anni novanta
Prima dell’avvento dei ricchi, belli e famosi calciatori, c’è stato un breve periodo a metà degli anni novanta in cui la neonata Premier League era un campionato quasi di secondo piano. I top player preferivano giocare in Italia (all’epoca) e nella Germania fresca vincitrice della Coppa del Mondo.
Un tedesco a Londra
Ci troviamo nell’estate del 1994, il Tottenham, con ambizioni di tornare a vincere, piazza un colpo importante in attacco prelevando dai francesi del Monaco (di Arsène Wenger) l’attaccante tedesco Jurgen Klinsmann per due milioni di sterline. Un acquisto subito discusso e criticato dalla stampa inglese, celebre fu l’attacco, nemmeno poco velato, del giornalista del The Guardian, Andrew Anthony. Il motivo? Jurgen in quegli anni era considerato uno dei più forti giocatori nel suo ruolo ma ad accompagnarlo era la fama di simulatore.
I simulatori
Gli inglesi, che si considerano i padri del football, hanno da sempre odiato i “simulatori” e Jurgen non ci mise molto a farsi nemici tra la stampa d’Oltremanica. Oltre al fatto che l’attaccante faceva parte della nazionale tedesca che nel 1990 alla semifinale dei Mondiali eliminò l’Inghilterra. Schivo, riservato e astuto (per usare un eufemismo), era esattamente l’incarnazione di tutto che gli inglesi sostenevano di disprezzare.
Stemperare gli animi
Jurgen non cercò nemmeno di stemperare gli animi, le prime esultanze furono ironiche fingendo una simulazione. Un mix di arroganza e ironia che piano piano fece ricredere gli scettici, anche grazie a un bel bottino di gol (21 marcature in 41 gare con gli Spurs). Il debutto e il primo gol con il Tottenham non tardò ad arrivare, il 20 agosto contro lo Sheffield Wednesday con una bella incornata di testa per il 4-3 finale. E così poche settimane dopo il suo approdo in Premier l’opinione cambiò incredibilmente. Gli stessi media inglesi, che prima lo criticavano, erano i primi a fare la fila per elogiarne il suo talento. Non era più un attore, un tuffatore, ma un ragazzo con i piedi per terra che guidava un Maggiolino VW, faceva beneficenza e si preoccupava per l'ambiente.
Un passo indietro
Perfino il The Guardian fece un passo indietro pubblicando mesi dopo il suo arrivo un articolo intitolato “perché amo Jurgen Klinsmann”. A fine stagione 1994-95 fu proclamato giocatore dell'anno della FWA (Football Writers' Association), è stato di diritto inserito nella hall of fame del Tottenham e della Premier League e addirittura il museo delle cere di Madame Tussauds gli ha dedicato una statua al pari di gente come Obama, i Beattles e David Beckham.
Nel cuore dei tifosi
A fine stagione Klinsmann lasciò Londra per passare al Bayern Monaco grazie a una “exit clause” motivando la poca esperienza degli Spurs all’epoca. Tornò al Tottenham nel 1998, a trentaquattro anni, come ultimo saluto ai tifosi Spurs prima del ritiro dal calcio giocato rimanendo nel cuore dei tifosi inglesi come una bella storia intensa ma durata troppo poco.
di Lorenzo Petrucci