Prima o poi passerete da Millwall...


Quando passerete da Millwall i giorni della partita, perché prima o poi passerete da Millwall i giorni di una partita, beh ecco, quel giorno, dimenticatevi il vostro dizionario italiano-inglese del perfetto paggetto della Regina Elisabetta. Strappatelo pure. Non importa. Qua non vi servirà. Non ne avrete bisogno. Semplicemente perché qua, come in altre parti popolari della Londra meno turistica, ma più affascinante, con quel suo inconfondibile profumo pesante di fritto e cipolle, come Finsbury, Limehouse e gli altri quartieri del’Est End, ecco qua, non si parla inglese.

Il dialetto del popolo


No signore. Qua si parla cockeny. Il dialetto del popolo, un slang talmente antico che i primi cenni risalgono addirittura al 1600, quando con questo termine si voleva descrivere gli abitanti nati sotto il suono delle campane della chiesa si St Mary-le-Bow, edificata nel quartiere di Cheapside, chiesa le quali scampanellate riecheggiavano appunte per le vie delle zone del volgo. Degli scaricatori di porto. Dei facchini. Di chi si spezzava la schiena. Così vicini, eppure così lontani dal bon ton delle sale di Buckingham Palace e le buone maniere del the delle cinque.
Quel giorno di pioggia, tra i gradini del The Den, in mezzo alle vostre preghiere interne nello sperare di non essere uccisi, sentirete parole storpiate, troncate. affondate fino alla fine della gola per poi uscire come suoni del tutto sconosciuti a noi comuni comuni mortali. Ecco perché non dovrete spaventarvi.

A un tiro di schioppo


Non sarete catapultati in un mondo lontano, trasportati chissà da chi. In realtà sarete ad uno schioppo dalle scintillanti vetrine di Oxford Street, eppure sembrerà tutto un altro mondo. Perché Londra non è solo vetrine, shopping e pub da fotografare. E anche ascoltare un suono unico nel suo genere, mentre a Millwall scende la pioggia e tutti gli occhi sono puntati su di voi.
diStefano Diego