Una leggenda a sud del Tamigi


Il calcio britannico è unico al mondo, una delle ragioni del suo imperituro successo sono le tante trame personali di cui è costellata la sua storia, tanti nomi che, pur non comparendo mai in cima alle classifiche dei marcatori o nelle liste del pallone d’oro, scaldano i cuori dei tifosi e richiamano bei ricordi per tutti gli appassionati. Uno di questi è Aki Riihilahti, roccioso centrocampista difensivo finlandese che tra il 2001 ed il 2006 si è conquistato un posto d’onore dalle parti di Selhurst Park.

L’uomo venuto dal Nord


Nato ad Helsinki nel 1976, Riihilahti scoprì il calcio da piccolissimo e già a sei anni entrò nell’orbita dell’HJK, il più titolato club della Finlandia. Dopo aver debuttato con la maglia biancoblu nel 1995 ed un breve prestito all’Honka, Riihilahti si impose come uno dei migliori centrocampisti della Veikkausliiga, portando la sua squadra ad un titolo nazionale, una coppa di Finlandia ed una Supercoppa nazionale tra il 1997 ed il 1999. Prima di passare ai norvegesi del Vålerenga, fu anche tra i protagonisti di quell’HJK che arrivò, prima volta per una compagine finlandese, alla fase a gironi della Champions League.
Dopo due intensi anni ad Oslo, Riihilahti iniziò ad allenarsi in Inghilterra con il Crewe Alexandra, ma proprio quando il club del Cheshire stava per metterlo sotto contratto, arrivò l’inattesa chiamata del Crystal Palace ed il mediano scandinavo si trasferì a sud del Tamigi per indossare la maglia numero 15 delle Eagles.

Sempre lì, lì nel mezzo


Ben Presto, Riihilahti divenne un idolo della calda tifoseria di Selhurst Park, la sua grinta, la sua energia e qualche sporadico, ma ben calibrato, inserimento gli valsero persino un coro a lui dedicato e la creazione di una bandiera finlandese con il suo nome ed il suo numero di maglia, la quale restò sempre esposta nella curva delle Eagles.
Condusse i suoi ad un’insperata salvezza nel Championship, grazie ad un goal nel 4-2 sul Portsmouth e ad un’ottima prestazione nell’ultima e decisiva partita contro lo Stockport County; poco tempo dopo, anche grazie alla grande quantità di palloni da lui recuperati e smistati, il Crystal Palace ottenne la promozione in Premier League sotto la direzione di Iain Dowie.

Ascesa e discesa


Il suo sarcasmo pungente, la sua dedizione ed il suo attaccamento alla maglia fecero di Riihilahti uno dei pilastri dello spogliatoio delle Eagles ed un elemento imprescindibile per la nazionale Finlandese. Durante la breve permanenza del Palace in Premier League, giocò la sua centesima partita con la maglia della sua nazionale e, nonostante la subitanea retrocessione, decise di rifiutare le offerte di club come West Ham United e Manchester City e di rimanere a Selhurst Park.
La stagione 2005-2006 fu però sfortunata per il mediano scandinavo, i tanti infortuni lo costrinsero, all’età di trent’anni, a lasciare la migliore lega al mondo e ad accasarsi al Kaiserslautern. La sua esperienza tedesca e la successiva permanenza biennale agli svedesi del Djurgardens non furono però particolarmente felici e, nella primavera del 2009, Riihilahti tornò in patria per indossare nuovamente la maglia dell’HJK. Negli ultimi anni di carriera vinse altri tre titoli nazionali e due coppe di Finlandia prima di appendere gli scarpini al chiodo nell’ottobre del 2011.

L’Inghilterra nel cuore


Aki Riihilahti è oggi un dirigente dell’HJK ed una figura di spicco dell’ECA e di altri organismi internazionali, ma Londra e l’Inghilterra sono, per sua stessa ammissione, ancora nel suo cuore. I tifosi delle Eagles che hanno avuto la fortuna di ammirarlo in campo non dimenticano le sue spericolate diagonali difensive, i suoi energici tackle e quel goal decisivo contro il Portsmouth.
Il legame con la patria del calcio e con il Crystal Palace è stato recentemente rafforzato dato che uno dei figli di Riihilahti, anch’egli centrocampista, ma con doti più offensive, è entrato a far parte del settore delle giovanili delle Eagles.
diMichele Mele