La mia giornata con le future promesse dell’Arsenal Under 14
Autunno 2018
Nell’autunno del 2018 decido di passare due mesi a Londra con l’obiettivo di migliorare il mio inglese. L’alloggio che mi viene proposto è in un hostel family ad est di Londra, precisamente a Forest Gate.
La famiglia che mi ospita in quei due mesi è tranquillissima e vengo accolto subito con gran piacere. La padrona di casa è una signora inglese di mezza età di origine caraibica che divide casa con il figlio Paul. E proprio qui il destino ha voluto farmi un regalo, Paul è l’allenatore dell’Under 14 dell’Arsenal della zona di Ilsington. È un grande tifoso dei gunners e spesso le sere in casa le passiamo a parlare del grande “Arsenal degli invincibili” mangiando chicken nuggets sul divano e guardando Britain’s got talent.
In Italia assisto spesso partite di calcio giovanile e così, attratto da come questo venga vissuto in Inghilterra, non passa molto tempo che chiedo di poter vedere dal vivo a una partita dell’Under 14 dell’Arsenal.
L’occasione avviene in un sabato mattina di metà novembre, la partita è alle 9 e la sveglia suona molto prima perché bisogna essere presto al campo, gli avversari di quel giorno sono i pari età del Blackpool.
Lungo il tragitto
Lungo il tragitto ci fermiamo a prendere un ragazzo e costeggiamo il nuovo “White Hart line” ancora in costruzione. Durante il viaggio non possiamo che parlare di calcio ma non della partita, scelta mia, non voglio assalire Paul con le classiche domande da giornalista: come affronterà gli avversari, che modulo usa ecc. Parliamo di com’è strutturata un’academy in Inghilterra e le differenze con il calcio italiano. Oltre Manica un bambino è osservato già all’età di otto/nove anni e le società organizzano personalmente a ciascuno calciatore un percorso di crescita fisica e tecnica. Un ragazzo, anche se ancora acerbo, è visto come un possibile futuro calciatore professionista e la società si mette al totale servizio della sua formazione.
Dopo una mezz’ora di macchina arriviamo al campo, è il “Wood Green” di Haringey (zona nord di Londra), un impianto con una tribuna che farebbe invidia a diverse squadre italiane dalla Serie C a scendere. Caratteristica è la pista di atletica che circonda il terreno di gioco, caso raro ma non eccezionale in Inghilterra, a dimostrazione di un centro plurifunzionale.
Tra i ragazzi e i genitori noto una certa curiosità, chissà cosa avranno pensato di me vedendomi accompagnare l’allenatore a bordo campo.
Mister Paul
Nel prepartita, durante il riscaldamento delle squadre, lascio “Mister” Paul solo perché conosco diversi allenatori e so l’importanza di quegli attimi in cui si cerca il massimo della concentrazione.
Inizia la partita e il terreno non è in perfette condizioni, il freddo si fa sentire e una leggera brina resiste ancora a un timido sole che fa capolino dalla collina dietro il campo e quasi invidio i ragazzi che giocando si tengono caldi.
Sono confuso, abituato in Italia alle urla provenienti dalle tribune, durante la partita si sentono solo o quasi le voci degli allenatori e dei giocatori.
Il dislivello tra le due squadre è evidente, l’Arsenal, per cui non posso che tifare quella mattina, vince con un rotondo punteggio. A fine partita mi complimento con Paul e i ragazzi e “strappo” un ricordo di quella mattinata scattando una foto, magari un giorno dirò di aver visto giocare un giovanissimo un nuovo Aubameyang o Saka.
di Lorenzo Petrucci