Alla scoperta di un'altra realtà


Una rapida ricerca su internet permette a chiunque di scoprire forum, video, gruppiFacebooked articoli sul cosiddetto groundhopping, un pacifico hobby che costituisce, oggi più che mai, una delle passioni degli sportivi britannici e non solo. Andare in giro per stadi, a seguire partite da spettatori neutrali, per il semplice piacere di scoprire nuove realtà, nuovi luoghi di sport e cultura, nuove città e villaggi, in solitaria o con amici, è divenuto un passatempo popolare ed un’attività che spesso unisce genitori e figli. Dalle sfide della Football League alle più basse serie dilettantistiche, ce ne è per tutti i gusti, sportivi e non, e di certo l’Inghilterraoffre da questo punto di vista una vasta scelta.

Un passatempo piuttosto antico


I primigroundhoppersdella storia sono da ricercarsi nei curiosi che viaggiavano per andare a vedere le prime partite di quel nuovo sport che andava acquistando popolarità in pieno periodo vittoriano. Una figura straordinariamente influente per lo sviluppo del groundhopping come lo conosciamo oggi è senza dubbioGordon Pearce, tifoso delBristol Rovers, professore di una scuola superiore, il quale nel 1966 riuscì a visitare gli stadi di tutte le novantadue squadre dellaPremier League, all’epoca First Division, e della Football League, in poche parole di tutti i club delle quattro serie più in alto nella piramide del calcio d’oltremanica. Il 92 Club, fondato dallo stesso Pearce dopo l’impresa, raccoglie tutte le persone che hanno assistito almeno una volta ad una partita in ogni stadio della Premier League e della Football League ed attualmente conta più di mille membri.

Un altro personaggio degno di nota èJohn Stancombe, ragazzo non vedente del Derbyshire che ha seguito più di tremila partite in più di millecinquecento stadi diversi in tutto il mondo, spesso potendole anche commentare in articoli e servizi radio-televisivi con precisione grazie ad un udito particolarmente sviluppato. Oggi il groundhopping è diffuso anche in altre nazioni comeNorvegia,Germania,BelgioedOlanda, Paesi in cui ha acquisito popolarità dalla fine degli anni ’80, ma la casa di questo hobby, così come quella del calcio, resta ovviamente al di là della Manica, anche e soprattutto in conseguenza dell’abbondanza di piccoli e pittoreschi impianti immersi nel verde, spesso monumenti alla storia di un club e di intere comunità.

Le mille facce del groundhopping: tra calcio, arte e natura


Vi sono tanti modi per faregroundhopping: c’è chi visita unicamente gli stadi della Non-League, le leghe dilettantistiche, chi colleziona stadi per battere record, chi sceglie la prossima tappa anche per visitare luoghi unici e suggestivi, chi ama ogni tanto tornare in un impianto già visitato e chi cerca sempre nuovi stimoli. La stragrande maggioranza tuttavia sceglie il prossimo stadio da scoprire anche per il centro abitato in cui sorge, spesso unendo la passione per lo sport a quella per l’arte, per l’architettura, per la musica o per la natura. Non è dunque un caso che, dopo la vicinanza geografica, il primo criterio di scelta, secondo alcuni studi recentemente pubblicati, risulti la possibilità di coniugare calcio e turismo. I forum e le pagine dedicate al groundhopping sono piene di suggerimenti sugli impianti più semplici da raggiungere, sulle cittadine e sui villaggi poco noti ma meritevoli di una gita fuori porta, sui migliori pub, le club house più caratteristiche e su come minimizzare i costi deiviaggi; il tutto in un contesto accogliente fatto di appassionati e dei loro racconti di viaggio.

Il groundhopping si configura quindi come un passatempo che si svolge prevalentemente all’aperto e lontano dallo stress della vita di tutti i giorni, un hobby che andrebbe pertanto promosso anche in realtà come quella italiana, afflitte da un provincialismo atavico e dal peggior campanilismo, parte integrante della culturanazionaleche impedisce ai più di apprezzare le possibilità che una simile attività può regalare, cementando i rapporti tra genitori e figli, staccando questi ultimi dagli smartphone e consentendo di esplorare il proprio territorio ed altre regioni in maniera alternativa.
diMichele Mele