18/03/21, Zagabria: le regole del delitto perfetto
Disastro. Disastro assoluto. Fallimento dell'unico vero sogno della stagione. Sarebbero stati tutti pronti stamani ad Hotspur Way ad assistere al sorteggio del tabellone finale, tra quarti e semi, del vero obiettivo e sogno dell'anno, quell'Europa League che sarebbe stata la terza per Jose, la terza per il club, accesso alla prossima Champions con tanto di tappeto rosso, il primo trofeo di Kane e Son, l'ultimo colpo in grande stile della carriera di Gareth prima del viale del tramonto e magari chissà, un'esperienza statunitense. Invece così non è stato: al Tottenham, lontanissimo dalla prossima Champions dopo un inverno disastroso (medie da Champions...hip), non resta che chiudere la stagione in maniera dignitosa, cercando un piazzamento alla prossima Europa League, ambizioni desolanti se pensiamo a quello che si viveva fino a due anni fa. C'è una finale di Carabao, sì, col Man City, ma chi mastica un minimo di THFC sa già benissimo come andrà a finire. L'obiettivo è scavalcare una tra Everton e West Ham e chiudere nelle prime sette, obiettivo e ambizioni desolanti, ribadiamo, se pensiamo che un anno e mezzo fa tra nuovo stadio e Champions si viveva una delle cavalcate che in poche settimane avrebbero potuto riscrivere la storia del club.
SUICIDIO 18/03/21. Croazia, Zagabria. Le regole del delitto perfetto. Quello ai sostenitori del Tottenham Hotspur. Traditi ancora dai soliti viziatelli, delusi e depressi dal desolante esito del North London Derby, traditi dall'atteggiamento di chi pensava avesse già passato il turno. Approccio completamente sbagliato, una squadra d'agnellini contro una di leoni, che s'è divorata campo e avversari, trascinata da un Orsic formato europeo, Premier, Champions. Il segnale di pericolo era già scattato, ma se ne sono resi conto soltanto nel secondo tempo supplementare. Qualche occasione nel finale, un paio pure clamorose, perfette per render ancor più tutto amaro e soprattutto atroce l'eliminazione. Nell'unica competizione che davvero rappresentava speranza e sogno al contempo sia per salvare la stagione ma al tempo stesso per definirla unica.
LACUNE E' una squadra a cui manca scheletro. Ossa. Struttura. Senza Alderweireld, quelli del futuro sono una delusione dopo l'altra, naturalmente Dier e Sanchez, che non azzeccano alcun movimento da difensori pure, uno che sia uno. Senza Hojbjerg, sacrificio e intelligenza tattica senza palla, la squadra crolla. Ma se sei Hojbjerg dipendente quali ambizioni potrai mai avere?! Calciatore normale, normalissimo. Aurier ha continuità degna della sua intelligenza calcistica, a tratti potente e ambizioso, per molti altri versi e gare protagonista di scelte scellerate, catastrofiche, assurde. Per poi chiudere la difesa su Reguilon: ennesimo prodotto della generazione spagnoleggiante di fluidificanti offensivi, forse troppo, razzetti indemoniati, ma l'unico di quella categoria che palesa difetti di tecnica pura piuttosto imbarazzanti. Sulla trequarti manca l'erede di Eriksen, tanto che è Kane costretto ad abbassarsi a far da fantasista, per promuovere gli attacchi allo spazio di Son e compagni. Erede che non sarà mai Lo Celso: testardo e competitivo sì, ma che arriva a giocate intelligenti solo da motorino atletico. Se soffri d'infortuni e hai deboli muscoli, le conseguenze naturali significano poca affidabilità. Buon potenziale, a differenza di Lamela, giocatore da 3 mesi all'anno. Buon calciatore, negli anni finalmente strappi e fisicità sulla trequarti, ottimo filtrante, ma soltanto 3 mesi su 9 e sempre puntualmente a intermittenza. Copertine per la rabona, concretezza con l'espulsione. Non delude nemmeno più, mezzo giocatore da 7 anni a questa parti, ancora misteriosamente (o forse no..) nel roster dopo tutti questi anni.
POLVERIERA In tutto questo, l'oscurità. Che regna, sovrana. "Conosco diversi motivi per cui perdiamo, ma non posso andare più in profondità, quantomeno davanti alla stampa" dichiara ormai da un buon mesetto il buon Jose Mourinho e i suoi Mind Games. Uno che si prende le sue responsabilità e denuncia è qualcuno che invece in carriera ha rappresentato uno dei portieri più forti degli ultimi 10 anni, capitan Lloris, uomo vero. "Eliminazione vergognosa. Spero che tutto lo spogliatoio condivida quest'amarezza. Perchè qui c'è gente che parla di se' e si sente parte di squadra soltanto quando gioca. Squadra, l'unico concetto che conta". Parole vere, gravi e forti. Parole da capitano. Che aprono all'oscurità. Palesando gente viziata che detesta Mourinho, evidentemente, nello spogliatoio. Ed una società, straordinaria a costruire il futuro, ma palesemente calcisticamente assente, per scelte: nessun'interfaccia tra presidenza e area tecnica, nessun direttore tecnico, nessun dettatore di regole/modelli/comportamenti dall'alto, nessuno stile Tottenham, solo Hitchen a far mercato. E tutt'altro che bene, stesso e volentieri.
TUTTA COLPA DI MOU? E adesso? Adesso è fallita la missione dell'anno, il sogno della stagione. Quell'Europa League che sarebbe stata storica, straordinaria, per le tante argomentazioni spiegate in apertura. Resta una finale di Carabao ed una Premier dal quarto all'ottavo posto: un quarto posto più utopia che altro, più realisticamente un piazzamento europeo per tornare miserabilmente al punto di partenza, quello della passata stagione. Tutta colpa di Mourinho? No, non è tutta colpa di Jose. Ha le sue colpe: scorso anno tanti infortunati, annata di transizione tra un ciclo e l'altro, risultati deludenti, perdonato. Quest'anno (anche se non si comprende bene se sia riavviato un nuovo ciclo o se alla fine si ottengano quel minimo di risultati col ciclo vecchio, ma questi sono temi che avremo tempo di analizzare) i risultati al momento sono disastrosi. Fuori dall'Europa League, fuori dalla Coppa d'Inghilterra, in entrambe le competizioni agli ottavi. In finale di Carabao, ok, ma fuorchè rigorata col Chelsea non ha mai affrontato una squadra di Premier strizzando l'occhio a fortuna e sorteggi. Finale col City, inutile sottolineare chi partirà palesemente favorito. Quarto posto utopia, Spurs ottavi. Ergo, a fine marco stagione fallimentare. Ma non sono tutte sue le colpe? Chiedeva un centrale importante, non è stato accontentato. La rosa ha evidenti difetti strutturali, il gruppo è macchiato da gente viziata alla Alli che, smascherata da Lloris, contamina e mina armonia quando puntualmente non viene impiegato dal primo minuti rifiutando la panchina. Ha bisogno di tempo, non ha la bacchetta magica. Il calcio di Mourinho è basato su compattezza, astuzia, mentalità vincente, solidità. Mentalità che evidentemente manca, ma era complicato reggere l'autunnale compattezza serve struttura e rosa forte. S'è scelto di accantonare l'uomo Tottenham, l'uomo più Tottenham degli ultimi 20 anni, Pochettino, per fine ciclo e puntare su scelta diversa: adesso cacciare Mourinho per prendere Nagelsmann significherebbe screditare completamente quella scelta e ripartire da capo, allenatore giovane e ambizioso ma senza titoli. Sarebbe un cane che si morde la coda: sarebbe bastato tenersi l'allenatore del PSG, forse il vero unico fuoriclasse della storia recente del Tottenham Hotspur. Per questo pazienza, temporeggiare, vivere questi mesi, dare la possibilità a Jose di giocarsi finale di stagione e Carabao, per poi riflettere e meditare con calma la scelta decisiva a fine stagione.
di Simone Dell'Uomo