Uno dei calciatori più forti di tutti i tempi


Il titolo dice tutto, non ci sarebbe bisogno di aggiungere molto altro. Basterebbe sedersi comodi sul divano e guardare un po' di immagini e gol e giocate di quel ragazzo francese, che con la maglia numero 14 sulle spalle ha trascinato il pubblico diHighbury.
Thierry Henryè stato un attaccante formidabile n grado di rendere semplici anche giocate al limite della concezione umana, un calciatore che danzava sul manto erboso con la palla tra i piedi che lui trattava con una classe innata. Falcata lunga, testa alta e una visione di gioco periferica che spaccava in due le difese avversarie.


Torino - Londra solo andata


Quando laJuventuslo acquistò dalMonaconon aveva idea di avere tra le mani un futuro prodigio e il 3 agosto 1999 piombò su di lui l'Arsenal allenato da quella vecchia volpe diArséne Wengerche lo allenò ai tempi del Monaco e ci aveva visto lungo. 11 milioni di sterline fu l'offerta dei Gunners che strapparono l'attaccante al club di Torino per portarlo in quel deNord di Londra.


Il numero 14


Dopo qualche difficoltà iniziale Henry, che aveva scelto la maglia numero 14, si adattò al uovo club iniziando a giocare come esterno alto partendo spesso da lontano per poi tagliare verso il centro e provare la conclusione sul palo lungo. Con il passare del tempo Thierry si avvicinò sempre più alla porta, mutando di partita in partita il suo ruolo che si avvicinava molto di più a quello di un attaccante che non offre punti di riferimento alla difesa avversaria.


Giocatore straordinario


Giocatore eclettico, formidabile e tremendamente concreto nei momenti decisivi delle partite. Marcarlo era quasi un’impresa, rubargli il pallone voleva dire fare fallo al 99% o essere saltati come dei birilli, che crollavano a terra dopo le finte del francese. Thierry Henry incarnava l’attaccante d’area di rigore vecchio stile ma allo stesso tempo incalzava il calciatore moderno, capace di comprendere la filosofia di gioco del nuovo millennio.
 

Numeri da capogiro


Con la maglia dei Gunners realizzò ben 228 reti in 337 partite, ma la rete che rimarrà sempre nella mente di tutti è senz’altro quella messa a segno il22 settembre 1999nell’incantevole cornice di Wembley. L’Arsenal era impegnata in una sfida di Champions League contro l’AIK Solna.
 

Il primo gol


Henry, che all’epoca non era ancora titolare, fu gettato ella mischia al 68’ rilevando Freddie Ljungberg, l’autore del primo gol dei Gunners. Partita ostica, tirata, bloccata sul punteggio di 1-1. Al 91’ ecco che accade quello che tutti aspettavano: l’Arsenal si spinse in avanti e la sfera finì nella zona presidiata daNwankwo Kanusubentrato a partita in corso; il nigeriano fu bravissimo a proteggere il pallone e a crossarlo in precario equilibrio in mezzo all’area. La sfera giunse sulla mattonella diThierry Henryche stoppò divinamente e con il destro punì il portiere con un diagonale preciso. Quella fu la prima storica rete delnumero 14inChampions Leaguecon la casacca dei Gunners. I settantamila diWembleysi lasciarono andare ad un boato pazzesco che suggellò l’assolo del numero 14. Il primo di una lunga serie.
diAntonio Marchese