A vedere gli schizzi che lo ritraggono, tutto potrebbe sembrare tranne che sia potuto essere un calciatore. Rappresentato sempre distinto, con la barba, di primo acchito forse un filosofo o un politico. Eppure.

Londra, 1847

Eppure Arthur Kinnaird, nato nei pressi di Londra nel 1847, ma di origine scozzese, sarà ricordato come la prima vera stella della Storia del Football, anche se ai molti dirà ben poco. Già, perché nel 1863 (data di nascita della Football Association) all’età di 16 anni, lo studente Arthur Kinnaird frequentava la Eton School ed il calcio in realtà era soltanto uno degli sport che amava praticare; lo potremo definire uno sportivo a tutto tondo, versatile e polivalente, che grazie al suo fisico vigoroso riusciva a ben dilettarsi in molte altre attività sportive: primeggiava nel nuoto, nel tennis, nella canoa, come nella corsa, raggiungendo traguardi di spicco anche in queste discipline. Ma fu il calcio a farlo innamorare più di tutti, tanto che contribuì assieme al leggendario Charles Alcock nella creazione della FA Cup, con cui giocò anche nella prima vera squadra di calcio della storia: Gli Wanderers.

Forza fisica

All’attitudine nel gioco di passaggi - propria degli scozzesi – univa - ma faceva prevalere - la forza fisica e muscolare che lui considerava più adatta ad un uomo, affrontando gli avversari in modo diretto, cercando lo scontro con essi e, sebbene fossero più eleganti le trame di gioco fatte di passaggi, egli non declinò mai il suo stile, diventandone una vera e propria icona. Puntava a testa bassa chiunque avesse il pallone, pressava, intercettava, correva furiosamente, con e senza palla, talvolta colpendo gli avversari che vi si paravano contro come fosse un ariete. Intercettata la palla poi correva indiavolato verso la porta avversaria e quando gli si presentava l’occasione sferrava tiri potentissimi. Ovviamente, conoscendo anche il gioco di schemi riusciva a guidare i compagni facendosi passare la palla – e passandola – allorquando lo riteneva opportuno. Insomma, un vero e proprio capitano carismatico. Amava giocare mediano di centrocampo perché così poteva sia difendere che attaccare, sebbene fosse in grado di giocare in qualsiasi ruolo, grazie alla sua versatilità ed alla resistenza fisica che lo contraddistingueva.

Football
Lord Arthur Kinnaird - Photo by DailyRecord

Wanderers - Oxford

Per questo si cimentò anche come portiere e ne lascia traccia ai posteri come diretto protagonista in un curioso evento. Si racconta che nel 1877 durante la partita tra gli Wanderers e Oxford, nell’abbrancare una palla in alto, atterrò involontariamente all’indietro, portando con sé la palla oltre la linea di porta e consegnando il primo ufficiale autogol della storia della FA CUP; oltre a farsi dare il cambio in porta da un compagno per spostarsi in attacco e trascinando per orgoglio la squadra alla vittoria, il giorno successivo, in qualità di membro influente della Football Association, fece cancellare formalmente dai referti quell’evento di gioco, sostenendo che il pallone non fosse mai realmente entrato in porta e che il direttore di gara avesse sbagliato. Insomma, i primordi di Calciopoli. Tuttavia, fino ai giorni nostri è sopravvissuta e narrata la versione restituita dal campo.

L’essenza del football

Il calcio però stava crescendo ed il professionismo si stava facendo strada, sebbene Arthur Kinnaird non fosse d’accordo. Lui era contrario al professionismo e riteneva che non tutti potessero avere le qualità, né il diritto di giocare, ritenendo che i praticanti dovessero essere persone appartenenti all’alta società. Era convinto che i soldi avrebbero danneggiato l’immagine e l’essenza del football, nato come pura passione e spirito di competizione, insiti nelle persone dotate di cultura e a cui la ricchezza non interessava (anche perché forse, ne erano già in possesso). Qualcuno oggi potrebbe dissentire da questa filosofia - forse considerata sessista, oggi come ieri - perché ampliando a tutti la possibilità di partecipare all’attività, anche gli operai e le classi più disagiate avrebbero potuto farne parte per il solo motivo economico, snaturando la natura del gioco stesso. Col senno di poi, oggi potremmo dire che aveva ragione. Anche perché il buon Kinnaird non solo non era classista, ma era una persona dedita alla solidarietà. Lo dimostra il fatto che era solito recarsi negli orfanotrofi che supportava anche economicamente, insegnando ai bambini a leggere e scrivere. Non solo: fu Presidente di varie associazioni di giovani cristiani, e riuscì a creare dal nulla una scuola per bambini poveri nel centro di Londra, con cui nel tempo libero organizzava partite di calcio. Quindi, istruzione e calcio, binomio che Arthur Kinnaird riteneva inscindibili.

Il quarto Presidente della F.A

Nel 1880 divenne il quarto Presidente della F.A. (ne era stato consigliere nel 1868, Tesoriere nel 1877), epoca in cui ormai il professionismo stava avanzando, e riuscì a respingere i rappresentanti della nascente FIFA che intendevano unirsi a loro come nuovo organo internazionale. Ma lui, fiero e orgoglioso, era convinto che la Casa del Calcio fosse l’Inghilterra, dove il Football era nato.

Wanderers, Old Etonions e trofei

Nella sua carriera calcistica, giocò per gli Wanderers e per gli Old Etonions e vinse 5 FA CUP (9 finali in 11 competizioni, record che detiene ancora oggi. Il record delle vittorie è durato fino al 2010 superato da Ashley Cole ). Quest’uomo, poco conosciuto ai posteri, fu quello che oggi potremo definire un vero “malato di calcio” poiché la sua vita fu improntata solo in funzione di esso. Dalla nascita del football fino alla sua morte (1926) fu costantemente presente e protagonista, in ogni ruolo sia in campo (dove fece anche l’arbitro), che dietro le scrivanie della Football Association, che come educatore, senza dimenticare che quest’uomo, oltre ad un’esasperata passione calcistica, dopo essersi laureato, ricoprì anche la carica di Direttore della Barcklays Bank fino alla sua morte.

di Enzo Cairone