Chelsea - Everton 1-1: Tuchel senza attacco non va oltre il pari
Preview
La preview è solita essere una presentazione del match a cui si sta per assistere tramite uno sciorinare di numeri a volte noioso, a volte no (questo spera chi lo scrive), che ha l'intento di far conoscere particolarità magari sfuggite ai meno attenti. Il sottoscritto lo prepara dalla sera precedente, in attesa della mattina seguente per conferme o novità che ne determineranno poi la stesura finale.
Ecco, stasera no. Stasera non sarà così. Semplicemente perchè diventa insensato, forse inutile, presentare una gara che non ha come protagonista il calcio. Dopo quasi due anni dalla sua comparsa, il COVID conquista ancora la prima pagina e detta le sue condizioni. I numeri nel Regno Unito, in particolare nella sua capitale, sono tornati ad essere preoccupanti, con la nuova variante che toglie di nuovo il sorriso. Forse la speranza. Non il più bel regalo per quello che è considerato il periodo più magico dell'anno.
La Premier rinvia partite ma, ad ora, non si ferma, decretando di continuare lo spettacolo, come quello andrà in onda stasera a Stamford Brdige tra Chelsea ed Everton. Ma questo è spettacolo? Non spetta a noi giudicare, ma sulla gestione del momento attuale del campionato della prima lega inglese, qualche dubbio si può perpetrare. Nel frattempo stasera a Londra Tuchel e Benitez schierano due formazioni con una lista impressionante di indisponibili, che vede tra gli altri Lukaku, Kovacic, Havertz, Hudson-Odoi e Werner da una parte, Digne, Mina, Richarlison, Calvert-Lewin, Townsend dall'altra. Non saranno tutti legati alla pandemia, ma alla fine gli assenti saranno quasi venti unità. Nulla da aggiungere. Passiamo al campo.
Monologo blues senza reti
La differente profondità di rosa permette ai padroni di casa di proporre un undici più competitivo che permetterà agli uomini di Tuchel di sostare per tutta la durata della frazione nella metà campo avversaria. Nei primi dieci minuti si contano già quattro tiri verso lo specchio dei blues, che vanno vicinissimi al vantaggio prima con James e poi con Mount. I londinesi comandano il gioco e vanno ancora alla conclusione in diverse occasioni, sfruttando la vena di un ispirato Ziyech, non riuscendo mai a trovare la soluzione giusta per infilare Pickford. La chance più importante capiterà dopo la mezz'ora sul piede destro di Mount che, dopo un pregevole uno-due con Rudiger, non riuscirà a superare Pickford che negherà la rete al connazionale con un intervento di piede. Il pareggio a reti bianche con cui si concludono i primi quarantacinque minuti non premia il dominio locale, che paga piuttosto chiaramente l'assenza di un terminale offensivo.
Mount illude
Il tema della ripresa sarà lo stesso con la differenza che gli ospiti questa volta supereranno anche il centrocampo, andando per due volte al tiro (con minime pretese) prima con Kenny e poi con Godfrey. Il Chelsea non riesce più a proporre gioco e così Tuchel prova a cambiare qualcosa, ma quando lo sguardo è rivolto verso la panchina le mani vanno (virtualmente) nei capelli: tranne Kantè, a mezzo serivizio, le alternative per sbloccare la gara non sono entusiasmanti. Ma la difficile situazione, richiede soluzioni estreme cosicchè l'allenatore tedesco è "costretto", oltre a Barkley, ad inserire anche Saul: può sembrare una frase forte, non lo è per chi ha osservato i cinque mesi dello spagnolo a Londra.
Più frutto della casualità che altro, il doppio cambio porta dopo poco al vantaggio dei blues, grazie al destro di Mount ben servito da James; sarà una illusione passeggera perchè dopo pochi minuti arriverà la rete di Branthwaite, abile a sfruttare una parabola su calcio piazzato di Gordon, ove il comportamento della difesa locale è quantomeno rivedibile. Il Chelsea con il cuore, ma con poche idee, si ributterà avanti ma sarà pericoloso solo con il colpo testa di Thiago Silva ben respinto da Pickford; i blues continuano così nel periodo poco felice, condito ora da assenze importanti che condizioneranno il prossimo futuro della squadra di Tuchel. Ma una domanda resta.
Questo è spettacolo?
Pierluigi Cuttica