Quel filo sottile che lega l'Italia al Watford
Dalle parti del Vicarage Road conoscono molto bene tutto ciò che riguarda il calcio italiano. A questo punto ci si potrebbe chiedere una semplice domanda: come si può collegare il calcio del "Belpaese" con una città di quasi 80.000 abitanti nella contea del Hertfordshire?. Tutto inizia nel 2012. La dirigenza degli Hornets dovette fare i conti con degli anni di stallo in cui gli Hornets si trovavano spesso a dover fare i conti con un rendimento molto discontinuo. Si alternavano anni buoni in Premier League con periodi di Championship. Le stagioni del club riflettevano la poca stabilità interna del club. Nel Maggio 2011 il Watford finì nelle mani di Laurence Bassini il quale rimase in carica fino al Giugno 2012, mese in cui gli Hornets vennero venduti a Gino Pozzo, figlio del patron del Udinese. L'acquisto della società da parte della famiglia friulana portò grande interesse soprattutto tra gli opinionisti italiani e inglesi i quali si chiedevano se i Pozzo sarebbero stati in gradi di ripetere ciò che di buono era stato fatto a Udine anche al Vicarage Road. Il "miracolo Udinese", qualificata per due anni di seguito ai preliminari di Champions Legue tra il 2011 e il 2012, suscitò grande speranza tra i tifosi degli Hornets desiderosi di riscatto.
Gianfranco Zola
Il primo allenatore del era Pozzo fu uno dei massimi esponenti del calcio italiano in Premier League: Gianfranco Zola. Al momento della nomina l'ex giocatore di Cagliari e Chelsea era reduce da una buona esperienza con il West Ham, sqaudra che aveva allenato dal 2008 al 2010. La precedente avventura a Londra aveva convinto i nuovi proprietari ad investire su di lui, dandogli l'arudo compito di riportare il club in Premier League. Durante la sua prima stagione al Vicarage Road, vennero comprati molti giocatori in comproprietà con l'Udinese: uno dei nomi più celebri fu senza dubbio quello di Marco Cassetti (il quale fu il primo di una lunga di italiani passati per il Watford). La prima stagione di Zola si concluse con il terzo posto in Championship, e la beffa della finale playoff persa a Wembley contro il Crystal Palace. Fu celebre la rete che permise agli Hornets di qualificarsi alla finale. L'azione che portò al gol decisivo dei ragazzi in giallo partì dal rigore sbagliato all'ultima azione dal Leicester. Gianfranco faticò a ripetere la precedente stagione e si dimise nel Dicembre 2013 dopo la sconfitta casalinga contro lo Sheffield Wednesday.
Giuseppe Sannino
La famiglia Pozzo decise di sostituire il dimissionario Gianfranco Zola con un altro allenatore italiano: Giuseppe Sannino. Il manager di Ottaviano era reduce da un rocambelseco 2013 che lo aveva visto allenare prima il Palermo e poi il Chievo. Appena un mese dopo la fine della sua esperienza in Veneto, venne chiamato ad allenare gli Hornets con cui otterrà un modesto 13 posto. Il piazzamento finale convince la dirigenza a confermarlo anche per la stagione successiva in cui allenerà solo fino al 31 Agosto. Sannino infatti si dimise il 31 Agosto 2014 dopo aver raccolto 12 punti nelle prime 5 partite. SI pensa che la sua decisione sia stata dettata soprattutto dai malumori dentro lo spogliatoio a causa dei suoi metodi di lavori, giudicati negativamente da parte dei giocatori.
Walter Mazzarri
Walter Mazzarri è stato l'ultimo allenatore italiano ad essersi seduto sulla panchina del Watford. Arrivato al Vicarage Road nel 2016 dopo le esperienze al Napoli e all'Inter, il mister livornese si dimostra subito adatto per un posto in Premier League. Riesce ad ottenere la salvezza con ben 6 giornate d'anticipo battendo squadre del blasone di Manchester United, i campioni in carica del Leicester e l'Arsenal. Uno dei meriti di Mazzarri è sicuramente quello di aver valorizzato al massimo alcuni elementi come Capoue, Doucoure e molti altri elementi provenienti dalla primavera. Purtroppo la sua esperienza con gli Hornets non durerà più di una stagione. Secondo i tabloid inglesi le principali cause di questo divorzio sono da ricercarsi nei malumori di parte dello spogliatoio il quale avrebbe avuto delle grosse difficoltà nel comprendere le indicazioni, spesso espresse in Italiano, di Mazzarri.
di Alberto Zaina