The story of Olivier Giroud

Dal Grenoble al Montpellier, sino all'Arsenal ed al Chelsea, passando per Istres e Tours, ripercorriamo insieme la carriera di Olivier Giroud, centravanti della Francia Campione del mondo; un giocatore, perennemente ed ingiustificatamente, sottovalutato.
Le origini
Francisco Olivier Jonathan Giroud nasce il 30 settembre 1986 a Chambèry, comune francese capoluogo del dipartimento della Savoia, ma crescerà nel paesino adiacente di Froges: il nucleo familiare è francese, anche se sono forti le radici italiane, dovute ai nonni( da parte materna) entrambi nati nella penisola. Olivier è il secondo di quattro fratelli( Romain, il terzo, anch'egli inizia la carriera calcistica nell'Auxerre, per poi mollare e dedicarsi al nutrizionismo) di una famiglia borghese fortemente appassionata al mondo del calcio: dettaglio non da poco perchè permetterà al piccolo Olivier di contare, sin da subito, sul supporto dei genitori nel perseguire il proprio sogno. Il primo ricordo legato al calcio è a dir poco traumatico: "Francia-Bulgaria nel 1993 al Parco dei Principi, quando una rete di Kostadinov( al minuto 91..) ci impedì di qualificarci ai mondiali! Avevo sette anni e fu la mia prima esperienza allo stadio. Un brutto ricordo". Giroud( e tutta la Francia) ci mette solo quattro anni per riprendersi, con gli interessi, dalla delusione, quando la nazionale transalpina vince l'edizione successiva della competizione, disputata sul terreno di casa. Un successo che regala ulteriore slancio al giovine Olivier che oramai ha deciso: da grande, vuole fare il calciatore.
Il miracolo Montpellier
Dopo una prima stagione non esaltante conclusa al quattordicesimo posto, in cui comunque mette a segno dodici reti, sarà la stagione successiva, la 2011/2012, quella della consacrazione: contro tutti i pronostici infatti, la squadra allora allenata da Renè Girard conquista il primo( e sinora unico)titolo del club, anticipando in classifica di tre lunghezze( 82 vs 79)la corrazzatta Psg allenata da Carlo Ancelotti. Jourdren in porta, Hilton in difesa, Belhanda sulla trequarti: sono molti i fattori importanti per il successo della squadra dell'entroterra della Francia meridionale, ma solo uno sarà determinante, cruciale, essenziale: Olivier Giroud. Il venticinquenne centravanti difatti realizzerà ventuno reti( con due triplette annesse), quasi sempre decisive che oltre al titolo gli varranno (ex aequo con Nenè del Psg) il titolo di capocannoniere della manifestazione.
Olivier non ha mai nascosto l'importanza di Girard nella sua formazione, non solo calcistica, ma umana: "Arrivò a prendermi a calci nel sedere, per farmi divenire più costante, più pronto!". L'annata è magica per il ragazzone di Chambèry che, oltre a vincere il campionato, conosce anche la maglia della nazionale: il commissario tecnico Blanc lo fa debuttare l'11 novembre nell'amichevole contro gli Stati Uniti, quando prende il posto di Gameiro; la prima rete arriva alla terza presenza, con il goal decisivo nella vittoria sulla Germania. La fama è oramai diffusa e impiega poco a valicare i confini transalpini: arriva così, puntuale, il 26 giugno 2012, la chiamata di una big europea. Da quel giorno il destino di Giroud sarà legato a doppio filo alla città di Londra.
Arsène Wenger e l'Arsenal
E' il connazionale Arsène Wenger lo sponsor ufficiale per il suo acquisto: l'allenatore di Strasburgo, dopo il terzo posto della stagione precedente, deve rifare il look ad un attacco che ha perso, otto anni dopo, il proprio totem, quel Robin van Persie passato agli storici rivali dello United. Wenger, avente già in rosa un buon numero di esterni d'attacco( Arshavin, Gervinho, Walcott), è in cerca di gente che butti la palla dentro così, dopo mesi di ricerca, fa le sue scelte: oltre a Lukas Podolski, prelevato dal Colonia per undici milioni, è appunto il turno di Olivier Giroud( assegno da dodici milioni). Nonostante il ragazzo di Grenoble cerchi sin da subito di predicare umiltà( "Non sono Van Persie"), le aspettative sono inevitabilmente alte e rendono, non poco complicato, l'inizio di avventura gunners: d'altronde passare dalle pressioni della piccola Montpellier a quelle della gigantesca Londra, non può essere un passaggio semplice.
La chiamata da Stamford Bridge e il mondiale in Russia
Il 31 gennaio, ultimo giorno del mercato invernale, quando tutto fa pensare ad una permanenza all'Arsenal, arriva la chiamata da Stamford Brdige: Antonio Conte infatti, insoddisfatto del contributo del nuovo acquisto Morata, pensa all'attaccante francese per colmare il vuoto lasciato in rosa dalla "movimentata" partenza di Diego Costa. Per Olivier è una possibilità importante, oltre che per il prestigio del club, anche per il minutaggio che sarà superiore all'ultimo avuto con i gunners: un fattore non poco importante per chi si appresta ad affrontare la prossima manifestazione iridata in Russia. Competizione che, nonostante un importante dissenso popolare, Giroud affronta da titolare in una nazionale orfana per motivi comportamentali, oramai da anni, di una delle sue stelle: Karim Benzema. Nonostante lo scetticismo iniziale, Giroud gioca tutte le gare, senza siglare alcuna rete, ma risultando elemento cruciale nello scacchiere offensivo di Deschamps: il 15 luglio 2018 la Francia si laurea campione del mondo ed il sogno si avvera: "Se ho dovuto lasciare Grenoble per farmi le ossa, forse la strada era segnata ed il Cielo farà in modo che potrò realizzare il mio sogno".