Soirèe magique. Monsieur Kantè.

Il migliore in campo contro l'Atletico Madrid. E' sua la palma di man of the match. Di N'Golo Kantè. Protagonista di una prestazione sontuosa nella notte più importante. Quella che ha permesso al suo Chelsea di addentrarsi nella stratosfera del calcio europeo, per club. Ai quarti di finale di Champions League. E petto in fuori ha mostrato i muscoli, e i polmoni al mondo intero.

Ha subìto diversi infortuni il campione del mondo transalpino. Negli ultimi 18 mesi sfortunati. Tormentati. Ma appena ha riascoltato la 'musichetta', quella speciale, quella delle serate di gala, non si è più guardato indietro. Si è preso sulle spalle l'intera squadra. Alè. Ha regalato spettacolo. Protagonista di un'esibizione dinamica. Di quelle che in Terra d'Albione chiamano 'box to box'. Kante è stato prosperoso in difesa, e molto efficace anche in fase d'attacco. Oltre ad aver recitato con maestrìa il suo solito spartito. Quello che più ama. Il recuperatore di palloni. La lavatrice dei Blues. Quel giocatore in grado di catturare palloni sporchi e restituirli puliti e splendenti.

Inesauribile. Infinito. Strabordante. Sono tanti gli aggettivi che gli si possono accostare. La prestazione instancabile del 29enne francese può essere racchiusa in un solo flash. Lo scatto al 94' che lo ha portato da una parte all'altra del campo per creare spazio ad Emerson Palmieri. Favorendo il gol dell'esterno italiano. Quello del 2-0. Corsa, scatti, tagli. A tratti sembravano esserci in campo quattro, cinque, sei N'Golo Kante. Ma il centrocampista francese ha abbinato al suo gioco anche una certa eleganza. Dando del tu al cuoio. Con l'Atletico Kante ha fatto gioco, e col suo 'partner in crime' Mateo Kovacic hanno anche tratteggiato calcio. Con sciccheria e signorilità. E Tuchel a fine gara non ha risparmiato parole d'elogio per il suo uomo fidato. Per il suo soldatino. E' stato magico. E' stato davvero magico. Pensiero suo e di tutti. La sua esuberanza sul rettangolo verde avvolge e travolge.

Nient'altro da aggiungere. Ha stravinto la battaglia di mezzo con Koke e Saul. Non gli ultimi arrivati. Non pischelli. E' stato il re del centrocampo Kante. Dal primo all'ultimo minuto. E la qualificazione del Chelsea nel G8 della Champions League porta la sua firma. Grande così.

di Andrea Indovino