“Una vita da mediano”, Olivier Dacourt l’eroe che non ti aspetti
Il mediano
Luciano Ligabue nella canzone "Una vita da mediano" ne esaltava le gesta, del centrocampista dotato di poca tecnica ma bravo a recuperare palloni e a lavorare sui polmoni.
Agli inizi degli anni 2000, tra i migliori in questo ruolo non si può non citare Olivier Dacourt.
Il francese di nascita, ma di famiglia originaria del Senegal, rappresenta l’esempio perfetto del centrocampista mediano.
Gli inizi
Cresciuto calcisticamente in patria, allo Strasburgo, dove rimane per sette stagioni affermandosi come uno dei migliori giocatori del suo ruolo della Ligue 1. Dopo anni di gavetta all’età di ventiquattro anni decide di iniziare una nuova parte della sua carriera ascoltando le sirene che arrivano dall’Inghilterra e precisamente dall’Everton di Walter Smith. Con i Toffees però non si afferma, gioca con regolarità e segna anche due gol ma non si adatta facilmente e dopo un anno fa il percorso inverso tornando in Francia al Lens.
Leeds e Roma
Il richiamo dell’Inghilterra però si fa sentire (come biasimarlo) e torna in Premier con Leeds, dove rimane per quattro anni, si afferma definitivamente e nel 2001 raggiunge incredibilmente una semifinale di Champions League dopo aver battuto il Milan e il Barcellona. Nel 2003, a conclusione di quella cavalcata con il Leeds, arriva una nuova chiamata, è la Roma di Fabio Capello. I giallorossi sono reduci da uno scudetto vinto due anni prima e hanno Dacourt in cima della loro lista per rinforzare il centrocampo.
Con la Roma rimane tre anni collezionando 122 presenze e 2 gol, i tifosi giallorossi a distanza di anni ancora ricordano la rete del francese nella storica vittoria per 4-0 alla Juventus nella stagione 2003/04.
Josè Mourinho
Spesso criticato per essere poco presente in zona gol, Olivier risponde sul campo diventando una presenza costante della Nazionale Francese di quegli anni.
Conclusa, dopo tre anni, l’esperienza con la Roma, passa a parametro zero all’Inter di Roberto Mancini. In neroazzurro inizialmente dietro nelle gerarchie si ritaglia poi un posto tra i titolari nella vittoria dello scudetto. L’anno successivo nell’Inter arriva Josè Mourinho e con il portoghese Dacourt trova poco spazio, anche complice l’infortunio al ginocchio sinistro che lo tiene ai box da dicembre e per il resto della stagione.
London Calling
Recuperato vede poco il campo e nel Febbraio del 2009 cerca un’ultima e nuova esperienza prima di concludere la carriera, si parla in Italia di Torino e Bologna, di un rientro in Francia ma alla fine torna (per la terza volta nella sua carriera) in Inghilterra, questa volta al Fulham allenato da Roy Hodson. Nonostante l’età ormai avanzata, 34 primavere, si integra bene con i Cottagers ma gli acciacchi cominciano a farsi sentire. Debutta con il Fulham nel giorno degli innamorati, il 14 Febbraio, in occasione della gara di FA Cup in trasferta sul campo dello Swansea.
A fine stagione firma per lo Standard Liegi ma dopo soli sei mesi rescinde consensualmente annunciando il ritiro dal calcio giocato e iniziando la carriera da commentatore e opinionista in tv.
di Lorenzo Petrucci