Douala


Giocatore che inItaliaha lasciato il segno, calciatore duttile che ha giocato sia come terzino di difesa che come esterno di centrocampo e addirittura come mediano all’occorrenza.Pierre Woménasce il26 Marzo 1979aDouala, città delCamerun sudoccidentale.

Canon Yaoundé


Womè iniziò la sua carriera in patria con la maglia delCanon Yaoundé, club che lo lanciò nel calcio professionistico e gli permise già all’età di 16 anni di guadagnarsi la convocazione in nazionale.

L'arrivo in Italia


Arrivò in Italia nel 1996 grazie aSergio Vignoni, emissario di mercato delVicenza, nel quale sotto la guida diFrancesco Guidolingiocherà appena tre partite. Dopo un anno all’ombra delRomeo Mentiper il camerunese arrivò il trasferimento allaLucchese, trampolino di lancio per la grande avventura con la maglia dellaRoma(stagione 1998/1999).

Il triennio bolognese


L’esperienza italiana diWoméproseguì lontana dalColosseoper sposare la causa delBologna, città dove il camerunese soggiornó dal 1999 al 2002. E fu proprio durante il triennio bolognese che Womé si tolse una delle soddisfazioni più grandi della propria carriera. Pierre fu infatti grande protagonista con la nazionale delCamerunche nel 2000 vinse le Olimpiadi. Dopo il 2-2 maturato nei tempi regolamentari nella finale contro laSpagna, alla lotteria dei rigori l’ultimo rigore toccó proprio a lui.

L'eroe del Camerun


Womèaveva sul sinistro il destino e la storia di un’intera nazione: occhi negli occhi con l’estremo difensore spagnoloAranzubia, piattone preciso a spiazzare il portiere e palla in buca d’angolo. Il Camerun vinse 5-3 ai calci di rigorie e si laureó Campione Olimpico. Pierre Womè fu letteralmente portato in trionfo e divenneil nuovo eroe del Camerun.

Fulham


Tornando alla sua esperienza con i club, nel 2002 il giocatore salutó l’Italiaper sbarcare nella città del calcio.Londrae ilFulhamfurono la ciliegina sulla torta di una carriera tutta in divenire. All’ombra diCraven Cottageuna stagione a luci o ombre, condita da 14 presenze e una rete. Tra la dirigenza delFulhame l’entourage del giocatore non ci fu la sinergia giusta e le strade si interruppero dopo una sola stagione.

L'altra squadra di Barcellona


Dopo l’Italiae l’Inghilterraper il camerunese giunse il tempo di avventurarsi inSpagna, precisamente aBarcellona. Se i blaugrana snobbarono Womé non fece altrettanto l’Espanyol, considerata da sempre la seconda squadra della città. Anche l’esperienza inCatalognanon fu del tutto entusiasmante e Pierre decise di fare ritorno in Italia dove ad aspettarlo c’era ilBrescia(stagione 2004/2005).

L'avventura all'Inter


Ci sono giorni nella vita in cui passa quel famoso treno e quello diPierre Womécorreva veloce con capolineaGiuseppe Meazza, perché quando l'Interdecise di acquistarlo il giocatore accettò di corsa, senza indugi. Il punto più alto della sua carriera fu senza dubbio l'approdo alclub meneghinonel quale giocò un discreto numero di partite vincendo unaCoppa Italia, unaSupercoppa italianae il famosoScudetto del 2006,alternandosi sulla fascia conGiuseppe Favalli. A Ottobre di quella stagione Pierino, come lo chiamavano a Milano, lasciò il capoluogo lombardo per rispondere presente alla chiamata dellanazionale camerunese.

Samuel Eto'o


L’Italianel cuore ma ilCamerunsempre in cima ai suoi pensieri, ecco perchè fu ancora lui a prendersi la responsabilità di un rigore pesantissimo nello spareggio contro l’Egittoche avrebbe decretato chi sarebbe andato alMondiale del 2006. Quando l’arbitro malianoCoulibalyindicó il dischetto per un fallo nell'area di rigore egiziana,Samuel Eto’oprese in mano il pallone per calciare il penalty e spedire iLeoni Indomabilial Mondiale.

Minuto 95


Minuto 95:Pierre Womé, l'eroe delleOlimpiadi di Sidney, si avvicinó deciso all’attaccante delBarcellonachiedendogli di poter battere il rigore.Eto’o, dopo un tentennamento iniziale, lasciò l’incombenza a Womé. L'attaccante qualche tempo dopo raccontò come andarono le cose: "Mi ha chiesto di voler battere lui, era sicuro di fare goal, determinato, così gli ho lasciato la battuta".

L'errore fatale


Womèprese il pallone tra le mani e studiò la situazione fissando intensamente il portiere avversario, proprio come fece inAustraliacinque anni prima contro la Spagna nella Finale delle Olimpiadi. Solita lunga rincorsa per confondere le idee, l'estremo difensore egizianoEl Hadarynon cadde nella trappola rimanendo in piedi fino all'ultimo secondo,Pierrecalciò di forza con la palla che si stampò sulpalo. L'errore dal dischetto costò alCamerunlaqualificazioneai Mondiali del 2006.

Vita o morte


L'errore dal dischetto, oltre a costare cara al Camerun, si rivelerà drammatico anche e sopratutto perWoméche qualche giorno dopo la partita vivrà attimi di terrore a causa di alcuni delinquenti che saccheggiarono e distrussero la sua abitazione. Le brutte notizie per il calciatore purtroppo non finirono qui perché anche il negozio della compagna e la sua auto furono presi di mira, infatti degli uomini armati di bastoni cercarono di far pagare a caro prezzo l'errore dal dischetto. Le minacce di morte che si susseguirono nelle settimane seguenti furono la punta dell'iceberg, che vide il giocatore al centro di un caso che toccò addirittura ilMinistero della Difesa.Woméritornò aMilanoscortato e con un volo privato per paura di ripercussioni ulteriori dopo quel rigore gettato alle ortiche.

Germania, Camerun e Francia


Dopo l'esperienza all'Interper il giocatore si spalancarono le porte dellaBundesligacon l'approdo prima alWerder Bremadove giocò per due stagioni e poi alColonia, ultima esperienza significativa prima di fare ritorno inCamerune ritornare inEuropain un secondo momento per giocare anche inFranciacon la casacca delChambly.Pierre Woméchiuse la sua carriera nel 2016 nelle file delRoye Noyon.
Giocatore che ha giocato ovunque, uomo giramondo che ha sempre lottato e sudato per ilCamerun, da eroe nazionale a perseguitato.
diAntonio Marchese