Nove punti di distacco



L’Arsenal di Mikel Arteta ha già nove punti di distacco dalla prima della classe, e fa ancora più male pensare che in cattedra ci sono i rivali del Tottenham.

Intorno all’Emirates tira un’aria strana, quasi surreale, che dopo appena tre giornate nessun tifoso dei Gunners si aspettava.





I pessimisti



Ossatura fragile, spogliatoio poco unito e un tecnico, che non ha mai suscitato fiducia. Quando il calendario ha messo dinnanzi all’Arsenal Chelsea e Manchester City nelle prime tre giornate, i pessimisti hanno subito detto che l’Arsenal avrebbe vinto solo uno dei tre incontri. È andata invece molto peggio perchè la squadra del North-London ha patito anche nella gara d’esordio perdendo 2-0 in casa del neo-promosso Brentford.






Zero punti



Zero punti e ultima posizione in classifica in compagnia del Norwich che nel prossimo turno sfiderà proprio l’Arsenal a Londra. Quello che provocatoriamente ha già il sapore di uno scontro salvezza è in realtà uno snodo fondamentale nella stagione della squadra di Arteta, che non ha più molti bonus a disposizione.



Investimenti



Quasi 160 milioni di sterline investiti dalla dirigenza in una rosa che, a conti fatti, non ha acquisito valore nel tempo. Il caso Willian è la metafora perfetta: giocatore con un ingaggio improponibile che ha divorziato con il Chelsea e ha trovato a Londra Nord l’isola felice, ma senza quasi mai giocare e finendo ai margini del progetto.




Il caso Granit Xhaka è emblematico, lo svizzero ha vissuto da separato in casa per molto tempo e sembrava già destinato alla Roma di Mourinho ma poi all’ultimo arriva il rinnovo a sorpresa, che spiazza tutti nel bene e nel male.




La numero 10



La prestigiosa maglia numero 10 affidata al ragazzino dell’Accademy Smith-Rove è il segnale lampante che i Gunners nutrono belle speranze ma non sono più gli Invincibili di Wenger. La tripletta di Aubameyang in Carabao contro il WBA sembrava aver ridato fiato ai tifosi, giusto il tempo di sbarcare a Manchester e prendere cinque schiaffi da Pep Guardiola.







Momento buio


L’allenatore è nel pallone, i giocatori non riescono a imbastire trame di gioco degne di nome e la dirigenza viene contetatq dai tifosi praticamente in ogni occasione. Probabilmente uno dei momenti più bui nella storia del glorioso Arsenal, fanalino di coda della Premier League.


diAntonio Marchese