Classe 1979


Portiere eclettico, uomo straordinario e professionista vero. Uno dei simboli del Sud di Londra per la sua personalità e quell'attaccamento alla maglia che pochi hanno dimostrato, soprattutto nei momenti complicati. Julian Speroni, classe 1979, ha iniziato la carriera nel Platense, in Argentina, ma dopo una sola stagione di professionismo fu acquistato dagli scozzesi del Dundee. In Scozia si è affermò come portiere molto affidabile, bravo anche con i piedi. In breve tempo divenne un idolo dei tifosi quando dichiarò che non avrebbe mai vestito la maglia degli acerrimi rivali del Dundee United.

 

Problemi finanziari


Causa problemi finanziari il Dundee nel 2004 fu costretto a cedere Julian al Crystal Palace, per mezzo milione di sterline.
Speroni debuttò contro l’Everton, con un errore clamoroso: sbagliò un semplice rilancio, servendo il centrocampista avversario Thomas Gravesen, che realizzò il gol. Speroni, da quel momento, non vide più il campo e fu sostituito da un’altra icona, cioè dall’ ungherese Gábor Király. Speroni tornò titolare solo dopo la partenza di Király, nel 2007.
Julian fece una stagione pazzesca, con parate incredibili e salvataggi strepitosi e nel 2008 vinse il premio come Calciatore dell’anno, stessa stagione in cui i tifosi delle Eagles diedero a Julian il soprannome di Manos de Dios, Mani di Dio.
 

South London


Speroni è amato da tutto il South London, mai una parola fuori posto soprattutto nei momenti più difficili, un uomo vero e un professionista a 360 gradi. I tifosi del Palace gli devono molto, come lui deve tanto ai tifosi. Una bandiera iconica di quella squadra che lottava sui campi della Championship per tornare in Premier League, Julian è sempre stato l’ultimo ad arrendersi e anche davanti ai microfoni ha dimostrato coraggio e umiltà, che a detta sua, è la cosa più importante del calcio.

12 Maggio 2019


Domenica12 maggio 2019ilSelhurst Parkha omaggiato Julian, che ha annunciato il ritiro, col giusto tributo, lui non è riuscito a trattenere le lacrime e si è lasciato andare alla commozione proprio sotto la Homelsdale Stand, che in tutti questi 15 anni lo ha sempre applaudito, anche dopo le brutte prestazioni.
Il portiere argentino è rimasto e rimarrà per sempre nei cuori dei tifosi delle Eagles.
diAntonio Marchese