Mark Knopfler e la canzone su Dagenham in tempo di guerra
Nel profondo est
Non sarà propriamente la zona più turistica di Londra, ma Dagenham ha molte storie da raccontare. Da sempre periferia della brulicante metropoli, questa località ha vissuto difficoltà e stravolgimenti negli ultimi due secoli, senza tuttavia perdere il suo proverbiale spirito tenace. Uno spaccato di questo quartiere all’inizio degli anni ’40 del XX secolo può essere trovato nelle parole e nella vivace melodia di una canzone del celebre cantante, chitarrista e compositore britannico Mark Knopfler.
Becontree Estate
I quartieri orientali di Londra sono sempre stati un crocevia di viandanti, marinai, operai ed avventurieri di ogni sorta; una zona talvolta sovraffollata e di difficile gestione. Dopo la fine della prima guerra mondiale, un numero incalcolabile di immigrati, sia stranieri che provenienti da fuori città, arrivò nella capitale britannica, molti dei nuovi londinesi si stanziarono nell’area di Dagenham, dove le case costavano poco e i posti di lavoro non mancavano.
La zona divenne tuttavia ben presto troppo popolosa per le sue dimensioni ed il governo cittadino fece costruire un intero nuovo sobborgo di Dagenham, un rione situato non lontano da Victoria Road, casa del Dagenham and Redbridge F. C., e noto come Becontree Estate, che contribuì parzialmente a migliorare la qualità di vita dei suoi abitanti e dei loro vicini di quartiere.
Sotto le bombe
Durante il secondo conflitto mondiale, l’aviazione tedesca colpì più volte i popolosi viali di Dagenham, causando ingenti danni e la perdita di centinaia di vite. Già non particolarmente ricco, il quartiere piombò nella paura e nella povertà per qualche anno. Molti abitanti del distretto persero il lavoro a causa della distruzione degli stabilimenti, la popolazione locale non smise tuttavia di fare del proprio meglio per sostenere il paese nel suo impegno di resistenza all’oppressore continentale.
Fu in questo periodo che Dagenham si guadagnò il soprannome di ‘corned beef city’, letteralmente ‘città della carne in scatola’, dato che uno degli alimenti più a basso prezzo, e dunque più diffusi nel quartiere in tempo di guerra, era la carne in scatola marca SPAM. Da sottolineare che questo nome è oggi associato alla posta indesiderata proprio a partire dal rifiuto che gli abitanti di Dagenham maturarono per questo prodotto in quegli anni di dieta forzata.
Una canzone per chi resta in piedi
In ‘Corned Beef City’, traccia dell’album ‘Privateering’ del 2012, Mark Knopfler racconta le sfide, i sacrifici, i dubbi e le paure di un abitante di Dagenham negli anni della seconda guerra mondiale. Il protagonista mostra un’ammirevole capacità di problem solving ed una resilienza sorprendente, riuscendo sempre a trovare il modo di sbarcare il lunario e di sfamare la propria famiglia.
In contrasto con l’umore nero di quei giorni, il brano è pimpante ed il protagonista sembra prendere la sua situazione con filosofia e con il tipico umorismo che si riconosce ai britannici. Knopfler dipinge un vivido affresco di quei giorni di guerra senza indulgere in clichè, focalizzandosi più sullo spirito di sopravvivenza degli abitanti di Dagenham che sulla tragedia in corso, offrendo dunque all’ascoltatore un punto di vista differente, quello di chi sa di dover resistere alla barbarie e che trova, anche nei luoghi più impensabili, le risorse per riuscirci.
diMichele Mele
Non sarà propriamente la zona più turistica di Londra, ma Dagenham ha molte storie da raccontare. Da sempre periferia della brulicante metropoli, questa località ha vissuto difficoltà e stravolgimenti negli ultimi due secoli, senza tuttavia perdere il suo proverbiale spirito tenace. Uno spaccato di questo quartiere all’inizio degli anni ’40 del XX secolo può essere trovato nelle parole e nella vivace melodia di una canzone del celebre cantante, chitarrista e compositore britannico Mark Knopfler.
Becontree Estate
I quartieri orientali di Londra sono sempre stati un crocevia di viandanti, marinai, operai ed avventurieri di ogni sorta; una zona talvolta sovraffollata e di difficile gestione. Dopo la fine della prima guerra mondiale, un numero incalcolabile di immigrati, sia stranieri che provenienti da fuori città, arrivò nella capitale britannica, molti dei nuovi londinesi si stanziarono nell’area di Dagenham, dove le case costavano poco e i posti di lavoro non mancavano.
La zona divenne tuttavia ben presto troppo popolosa per le sue dimensioni ed il governo cittadino fece costruire un intero nuovo sobborgo di Dagenham, un rione situato non lontano da Victoria Road, casa del Dagenham and Redbridge F. C., e noto come Becontree Estate, che contribuì parzialmente a migliorare la qualità di vita dei suoi abitanti e dei loro vicini di quartiere.
Sotto le bombe
Durante il secondo conflitto mondiale, l’aviazione tedesca colpì più volte i popolosi viali di Dagenham, causando ingenti danni e la perdita di centinaia di vite. Già non particolarmente ricco, il quartiere piombò nella paura e nella povertà per qualche anno. Molti abitanti del distretto persero il lavoro a causa della distruzione degli stabilimenti, la popolazione locale non smise tuttavia di fare del proprio meglio per sostenere il paese nel suo impegno di resistenza all’oppressore continentale.
Fu in questo periodo che Dagenham si guadagnò il soprannome di ‘corned beef city’, letteralmente ‘città della carne in scatola’, dato che uno degli alimenti più a basso prezzo, e dunque più diffusi nel quartiere in tempo di guerra, era la carne in scatola marca SPAM. Da sottolineare che questo nome è oggi associato alla posta indesiderata proprio a partire dal rifiuto che gli abitanti di Dagenham maturarono per questo prodotto in quegli anni di dieta forzata.
Una canzone per chi resta in piedi
In ‘Corned Beef City’, traccia dell’album ‘Privateering’ del 2012, Mark Knopfler racconta le sfide, i sacrifici, i dubbi e le paure di un abitante di Dagenham negli anni della seconda guerra mondiale. Il protagonista mostra un’ammirevole capacità di problem solving ed una resilienza sorprendente, riuscendo sempre a trovare il modo di sbarcare il lunario e di sfamare la propria famiglia.
In contrasto con l’umore nero di quei giorni, il brano è pimpante ed il protagonista sembra prendere la sua situazione con filosofia e con il tipico umorismo che si riconosce ai britannici. Knopfler dipinge un vivido affresco di quei giorni di guerra senza indulgere in clichè, focalizzandosi più sullo spirito di sopravvivenza degli abitanti di Dagenham che sulla tragedia in corso, offrendo dunque all’ascoltatore un punto di vista differente, quello di chi sa di dover resistere alla barbarie e che trova, anche nei luoghi più impensabili, le risorse per riuscirci.
diMichele Mele