Centosessantotto centimetri


Nel calcio conta parecchio, un vecchio detto dice che “altezza mezza bellezza”, ma il piccolo e fumantinoDennis Wisenon ci ha mai fatto caso. A lui bastavano e avanzavano queicentosessantotto centimetridi altezza, dall’alto dei quali intimoriva gli avversari, chiunque essi fossero.

Ultimi Romantici


Quando si parla diUltimi Romanticinon si puó esimersi dal narrare ai nipotini chi eraWise, giocatore d’altri tempi, tremendamente fastidioso da incontrare, e intriso di sana follia fino al midollo. Calciatori comeDennis Wisenascono una volta sola.

Non ditelo a Dennis Wise


Oggi giorno siamo abituati ad un calcio diverso, giocatori a terra che cascano come mosche, presunti falli e Var ma non ditelo a Wise, non parlate troppo forte perchè seDennis Wisevi sentisse chissà cosa direbbe. Già, perchè ai suoi tempi non si andava tanto per il sottile.

Il Wimbledon della Crazy Gang


Nel1985, il giovane e ventenneWisenon giocava certo sul velluto ed era uno dei pilastri del piccolo grandeWimbledondi quella famosaCrazy Gang, composta da ragazzacci terribili.Dennis Wisefu assoluto protagonista di quelWimbledon, che trascinava la folla diPlough Lane, che nel1888riempì lo stadio diWembleyin occasione della finale diFA Cup.

Il miracolo della FA Cup


IDonsriuscirono nel miracolo e sconfissero il gloriosoLiverpool, fu proprio diWiseil cross pennellato in area di rigore, con la zuccata vincente del compagno di brigataSanchez, che fece venire giù lo stadio.

La squadra del cuore


Dopo il trionfo, uno dei più incredibili nella storia del calcio, Wise lasciò la piovosaLondraper andare a giocare alGrebbestad, una squadra amatoriale svedese, trampolino di lancio per il gran ritorno nella capitale britannica, Wise passò alChelsea(squadra che tifava sin da bambino) per una cifra vicina ai due milioni di sterline. Il3 Luglio 1990Wise diventò un giocatore dei Blues, diventando negli anni una colonna portante delChelsea. Undici lunghissimi anni,332 partitegiocate impreziosite da 53 reti e quella fascia da capitano che impreziosì la carriera del centrocampista diKensigton.

Un carattere difficile


Il carattere di Wiseera una componente fondamentale del personaggio, che in campo si faceva sentire sulla caviglie degli avversarie e fuori dal rettangolo verde, non era certo un angioletto. Il19 Giugno 2001salutò ancoraLondraper trasferirsi alLeicester, ma il caroWisenon riuscì a tenere a bada i bollenti spiriti e ruppe naso e mascella all'ex terzino delle Foxes,Callum Davidson, la conseguenza ovvia fu l'essere messo fuori rosa dal club.

London Calling


Nel2002Wise decise di ritornare aLondrae firmò un contratto con ilMillwall, andando a giocare alThe Den, palcoscenico perfetto per un uomo duro come lui, che in tutta la sua carriera non ha mai tirato indietro la gamba.

All'ombra del The Den


Tre anni e quasi centro presenze con la maglia dei Lions, una storica partecipazione alla vecchia Coppa Uefa, bastò e avanzò per fare entrare Wise anche nei tifosi che popolavanoSouth Bermondsey. Dopo ilMillwallci fu un nostalgico ritorno alSouthampton, squadra con la quale Dennis aveva iniziato a tirare calci al pallone nel lontano1983.

Tra il fango e l'erba sconnessa


Wise appese gli scarpini al chiodo nel 2006, dopo aver deliziato i tifosi delCoventry City,e dopo aver intrapreso l'ultima avventura della sua carriera nelle file delloSwindon Town. Qualità e quantità allo stato puro, miscelate come in una zuppa agrodolce, giocatore discusso e amato al tempo stesso, icona del vecchio e compiantoPlough LanediWimbledon, si prestò a ricamare l’orlo del centrocampo delChelsea, con quelnumero 11 nostalgicoche fa tanto giocatore di una volta. Perno della mediana di quelMillwallche per una notte giocò in formato europeo facendo sognare la gente diZampa Road.
Ogni tanto campita di passeggiare vicino ai campetti della periferia londinese, e sembra di vedere ancoraDennis Wiseche imposta il gioco e corre tra il fango e l'erba sconnessa.
diAntonio Marchese