William Henry "Fatty" Foulke, il portiere che mangiava le torte
Il colosso
Uno dei personaggi più caratteristici, goliardici del calcio britannico è sicuramente il colosso William Henry "Fatty" Foulke, simpatico portierone e Capitano del Chelsea all'epoca dei pionieri di questo sport. Nasce a Dawley il 12/4/1874 ai confini col Galles e si dimostra da subito atleta polivalente, cimentandosi sia nel cricket che nel football. Nonostante la sua imponente mole, infatti, si dimostra pregevole estremo difensore. Davvero curioso l'aneddoto secondo cui due minuti raccattapalle avessero l'abitudine di posizionarsi a fianco dei pali difesi da Foulke stesso per mostrare agli avversari quanto fosse importante la sua mole e scoraggiarli. Prima dei "Blues" viene ingaggiato nel 1894 dallo Sheffield United, che lo acquista dal Blackwell Town per 20 sterline, debuttando l' 1/9/1894 contro il West Bromwich Albion.
Vince la First Division ed ottiene la convocazione nella nazionale dei "Tre Leoni", una comparsa vera e propria la sua ( Inghilterra-Galles del 29/3/1897 ), visto che non verrà più chiamato per il suo modo di fare, poco gradito dai vertici della Football Association, nonostante all'epoca tra i pali ce ne fossero ben pochi meglio di lui. A dispetto di cio' la sua carriera con la squadra di Club procede nel migliore dei modi vincendo due Coppe di Inghilterra e passando ai "Pensioners" per cinquanta sterline nel 1905, anno di fondazione della squadra. Il tipino, oltre a dimostrarsi irascibile e presuntuoso cova dentro di sè una voglia di vincere fuori dal comune e non tollera la scarsa applicazione dei compagni in campo, tanto da abbandonare sovente match in corso ! La sua massa viene sfruttata per travolgere gli attaccanti avversari, con le buone o con le cattive, senza alcuna remora. Tra le sue gesta viene annoverata persino quella di aver abbattuto una traversa sedendocisi sopra !
411 apparizioni
Nonostante rappresenti una figura palesemente carismatica, idolo dei propri tifosi, lascia i londinesi dopo una sola stagione e trascorsi due anni al Bradford City "appende le scarpe al chiodo". Esce dalle scene con 411 apparizioni a livello di Club, di cui 44 in FA Cup. Nel 1907, quando "stacca la spina" col calcio si imbatte in un momento di forte difficoltà economica, visto che il pallone di quei tempi non frutta come oggi. Si reinventa fenomeno da baraccone, ma non riesce ad incrementare più di tanto le sue entrate. Il destino è molto crudele nei suoi confronti, strappandolo alla vita a soli quarantadue anni, vittima di una cirrosi epatica. Passa a miglior vita nel 1916 e viene seppellito a Sheffield. Colui che fu il migliore portiere inglese tra fine '800 e inizio '900 era alto ben 193 cm e pesava 150 kg ( considerato per questa ragione il calciatore professionista più pesante di sempre ), pantaloncini sopra l'ombelico, stile l'italico "Fantozzi", mani sui fianchi e spavalderia da vendere.
Who hate all the pies?
Gli avversari che non gli vanno a genio vengono sollevati da terra e scaraventati in rete, ma alle "giacchette nere" non va molto meglio.. Nel 1902 si diletta in una curiosa caccia all'arbitro, reo di aver concesso la rete del pareggio al Southampton nella finale di FA Cup: il direttore di gara, impauritissimo, è costretto a rifugiarsi dentro un ripostiglio e solo il provvidenziale intervento di cinque addetti ai lavori scongiura il peggio, fra pezzi di porte in legno che volano ovunque. Nonostante il pittoresco, ma increscioso episodio non incorre in squalifiche e disputa la ripetizione della gara, vinta dal suo Sheffield United. Il nostro eroe detiene il poco edificante primato di essere stato oggetto di uno dei primi cori offensivi rivoltigli contro dai tifosi avversari:
"Who hate all the pies ? Who hate all the pies ? You fat bastard, You fat bastard, You ate all the pies !"
"Chi ha mangiato tutte le torte ? Chi ha mangiato tutte le torte ? Tu ciccione bastardo, Tu ciccione bastardo, Tu hai mangiato tutte le torte !"
Trovare uno spiraglio per battere questo gigante era una impresa, peccato per il suo amore verso la bottiglia, che ci ha privato troppo presto di un protagonista del "British Football" che più amiamo.
di Vincenzo Felici