Lo cantava Antonello Venditti: “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” perché a volte sono proprio questi amori quelli che lasciano il segno nella vita delle persone. Era destino che John Terry e il Chelsea si riabbracciassero come nel più romantico degli incontri.

Nel blues dipinto di blues
Una vita passata insieme, un debutto avvenuto il 28 ottobre del 1998, contro l’Aston Villa in Coppa di Lega, per l’ex capitano diventando una bandiera per il Chelsea con 717 presenze ufficiali (di cui oltre 500 da capitano), 17 trofei tra cui 5 Premier League e una Champions League.
Una vita insieme
Quasi due decenni insieme, quasi due generazioni di tifosi: bambini, padri e nonni hanno visto questo ragazzotto venuto dall’Academy diventare uno dei difensori più forti in Europa. Inglese di Londra, cresciuto prima nel West Ham e poi nel Chelsea, la squadra di cui ne è diventato capitano. Temperamento da vendere e una leadership che lo hanno reso un punto di riferimento per anni e anni.
Un nuovo inizio
Nel 2017 il passaggio all’Aston Villa (squadra con cui aveva debuttato quasi due decenni prima), prima come calciatore e poi come assistente del tecnico Dean Smith, per intraprendere la carriera da allenatore.

Il ritorno a casa
Spesso la parte più importante della vita è quella che si passa con le persone che si amano ed è per questo era scritto nel destino che J. T. e il Chelsea si ritrovassero prima o poi, così a dicembre scorso, in prossimità di Natale proprio per rendere il tutto ancora più magico, è arrivato l’invito a tornare a casa.
All’ex capitano blues in quel di Cobham (il centro sportivo del club) è stato cucito un ruolo ad hoc, ricoprirà la carica di consulente part time dei tecnici dell’Academy del Chelsea. Oltre a fornire sessioni di coaching sul campo sarà coinvolto in discussioni di tutor per i giovani calciatori e i genitori.
Un destino già segnato
Un nuovo inizio di carriera con l’idea un giorno, nemmeno troppo lontano, di rivederlo anche in prima squadra provando ad emulare i successi che ha avuto da giocatore.
di Lorenzo Petrucci